Momenti di Agricura

AGRICURA, la cura della Terra

Un eredità che arriva da lontano. La passione per la Terra, la Natura, l'Ambiente e per la loro cura e salvaguardia. Ambiente e agricoltura a 360° gradi. Olivicoltura, selvicoltura, agricoltura praticata con sostenibilità e nel segno del recupero di saperi e sapori.
Crediamo nella biodiversità della Sardegna, Olivi, Sughere, Lentisco, Mirto, Anguria di Gonnos, Corbezzoli.
Ma anche biodiversità culturali, strettamente legate a quelle territoriali e vegetali. Attualizzare le abitudini e le produzioni dei nostri avi.
Biodiversità, Sostenibilità, Sardegna.
Trasparenza e tracciabilità. Chi acquista da noi deve sapere origine e etica dei prodotti. Vi ospitiamo anche direttamente nei territori di produzione, per trasmettervi il nostro impegno e la nostra passione 😉

Il bosco Nuraci

Una parte dell'azienda si trova nella collina più prossima al paese. Una collina granitica e difficile da lavorare con mezzi meccanici e in maniera intensiva. A causa di ciò l'intera zona è in quasi totale abbandono. Noi qui abbiamo un bosco, in prevalenza di querce ma dove son presenti numerose specie tipiche della biodiversità Sardegna, praticamente quasi tutte quelle che caratterizzano la macchia mediterranea spontanea, il cui bilancio è chiaramente in negativo se misurato solo col metro economico, ma altamente produttivo e positivo se si considera l'alta valenza ambientale, la sua importanza nell'equilibrio dell'ecosistema e il suo valore ritemprante e rigenerante, per noi e per chi è solito frequentarlo. 
Un tempo era uno dei territori meglio curati, accoglienti e produttivi. Quando si seguiva il ritmo del sole e della natura. Qui vi erano le vigne migliori e ancora è possibile comprendere l'importanza passata dalle migliaia di ulivi presenti, per fortuna molti ancora curati da qualche appassionato proprietario. 

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L’orto sostenibile (Il Contadino Impazzito)

Recuperare modelli di coltivazione sostenibile, compatibili con tempi e concessioni della natura. Da qualche decennio i territori sono troppo sfruttati e maltrattati. Ci siamo ritrovati in breve tempo con terreni più sterili e intere zone dissestate e a rischio di scompensi. Scarseggiano le siepi, di vitale importanza per ecosistema, tenuta del territorio e per la sopravvivenza della biodiversità. Sono stati eliminati secolari ruscelli e cunette per il corretto drenaggio delle acque. Si è scordata la millenaria regola della rotazione delle colture, sostituendola con iper specializzazione e mono coltura, che hanno impoverito la terra e la diversificazione delle specie vegetali e animali. Abbiamo perso il 70% della biodiversità mondiale, bisogna rimediare e recuperare, almeno in parte, il patrimonio dissipato. Come? Ripercorrendo antichi sentieri e vecchie sapienze, non forzando mai troppo la mano della natura, assecondando clima e ambiente, con pazienza e sapendo attendere. Ogni cosa al suo posto e a suo tempo, questo ci è stato insegnato dai nonni, questo hanno troppo in fretta scordato i nostri padri. Ora è tempo di riprendere quella via e ristabilire l'equilibrio perduto. Ci vorrà del tempo. Ci sentiamo un po' come il contadino impazzito di W E N D E L L   B E R R Y: 

Investi nel millennio... pianta sequoie. 
Sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta
che non hai seminato, 

e che non vivrai per raccogliere. 
Poni la tua fiducia nei cinque centimetri di humus 
che crescono sotto gli alberi ogni mille anni. 

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Si piantano i pomodori 😉